Ultima modifica: 20 Gennaio 2018
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23 gennaio – Giornata del corsivo in classe

Generalmente, in seconda della scuola primaria, alcuni alunni iniziano a scrivere in corsivo, altri continuano con lo stampatello maiuscolo dando spazio alla scrittura a mano.

In classe è stato letto un articolo, trovato su un quotidiano, in cui si parla del 23 gennaio come giornata nazionale della scrittura a mano; non solo ma che l’Istituto Grafologico Internazionale Girolamo Moretti di Urbino si sta adoperando perché la scrittura a mano sia proclamata patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

I bambini si sono sentiti subito protagonisti di questo evento in quanto anche loro usano tutti i giorni la scrittura a mano.

Sono partite riflessioni sul corsivo che loro imparano e scrivono nella quotidianità.

Non è passato inosservato uno scritto da parte del papà di un’alunna. Un capolavoro del corsivo!

I bambini hanno voluto incontrare il signor Milillo Ivano per confrontarsi sulla sua grafia.

Di seguito alcune riflessioni dei bambini:

  • corsivo vuol dire «andare di fretta»
  • scrivere vuol dire «incidere»
  • per scrivere in corsivo bisogna stare comodi con il corpo
  • bisogna saper calcolare bene lo spazio del foglio rispetto alla lunghezza delle parole
  • Ho imparato che bisogna misurare gli spazi e bisogna essere comodi per scrivere bene. Bisogna usare anche una penna preferita. Usare il tratto giusto.
  • Ho imparato tante cose:
    • La prima è che ognuno di noi ha una grafia personale e che la tua scrittura cambia dall’umore che hai.
    • La seconda cosa è che, in base al materiale su cui stai scrivendo, devi cambiare la penna per rendere migliore il tuo lavoro. (…)

Clicca per vedere il resoconto della giornata

SCRIVERE A MANO CI DICE CHI SIAMO …

Con questo titolo — apparso su un articolo de «Il Corriere della Sera», il prof. Nicola Gardini ci fa riflettere sul corsivo.

Il prof. Gardini è un docente, latinista, pittore italiano. Insegna letteratura italiana e comparata all’Università di Oxford.

Di seguito alcune riflessioni estrapolate dal suo articolo:

«… il polso che si muove, le dita che stringono la penna e premono per lasciare segni sulla carta: la scrittura è una manifestazione del corpo.
Eravamo tutti scrittori. Oggi siamo tutti (o quasi) digitatori. …

…È ormai dimostrato da numerosi studi che la scrittura a mano sviluppa la capacità mnemonica, organizza le informazioni nel cervello in aree specializzate, stimola il pensiero astratto e la diversità.

… Il messaggio digitato non porta traccia di me. Potrebbe averlo composto chiunque. Non è una manifestazione evidente del mio corpo. … le lettere non le ho fatte io. Le ha fatte un impulso elettronico tramite un tasto che qualunque pressione potrebbe attivare….

… La scrittura manuale è un’immagine di me; una trascrizione del mio esserci, in cui si esprimono memoria, emozione, volontà, piacere estetico …

… Scrivere è cosa tutt’altro che superficiale e lineare. Etimologicamente significa «incidere». Chi scrive scende. …

… Scrivendo, avvengo, mi affermo, mi riconosco. …

… La mano si muove sulla carta come io mi muovo nel mondo. Lo diceva Petrarca. Petrarca diceva anche che aveva sempre una penna in mano.

Scrivendo, io decido dove andare, come, a che velocità. …. »

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