Ultima modifica: 24 Febbraio 2019
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Giornata della madrelingua

Le attività della classe terza della primaria Segantini in occasione della giornata della lingua madre, lo scorso 21 febbraio

Il 21 febbraio è stata la giornata internazionale della lingua madre.

Gli alunni della classe terza della scuola primaria “G. Segantini” di Cesana si sono chiesti come mai —per una giornata così importante— è stata data poca informazione dai giornali, dalla televisione e… dalle scritte sui loro diari: solo su quello di un bambino (1 su 25) c’era l’indicazione.

Si è deciso, quindi, di dedicare una settimana di lavoro a questa tematica, visto che nella classe è rappresentato il Mondo: ci sono alunni con genitori, nonni, amici provenienti dalla Moldavia, dal Brasile, dal Senegal, dal Giappone e dal…. Friuli Venezia Giulia (?)

Il moldavo, il romeno, il russo, il senegalese, il francese, il giapponese sono le lingue delle persone venute in Italia, a Cesana, per problemi di lavoro. Sono le «lingue madri» delle persone immigrate. Il friulano, parlato da una nonna e dalla sua famiglia (provenienti dal Friuli, regione italiana) è anch’essa una «lingua madre» che, con altre lingue delle minoranze storiche (sloveno, sardo, occitano…), sono tutelate per Legge dallo Stato italiano.

Sfogliando il fascicolo è possibile vedere il percorso offerto ai bambini.

Si è partiti dal chiedersi come mai nel Mondo ci sono tante lingue così diverse. Si sono ripercorsi i tentativi, da parte dell’uomo, di dare una risposta sia a livello scientifico sia a livello fantastico (miti). Infine è stato organizzato un incontro in classe con persone straniere che parlano la loro lingua madre (genitori, parenti, amici degli alunni di terza).

Dal lavoro interculturale scaturito intervistando e vivendo insieme alcuni momenti forti, gli alunni hanno capito che la lingua madre è la lingua del cuore, delle emozioni e degli affetti.

Parlandola quotidianamente è un po’ come sentirsi «a casa»: è la lingua delle coccole, dei giochi, delle ninne nanne…
L’importante riflessione finale degli alunni e delle persone che hanno condiviso l’esperienza è stata che se una lingua scompare, come spesso accade, con lei si perde un intero mondo di cultura e di affetti del luogo di origine.

«La lingua madre è come il latte materno. Non la parli, scorre»
(Aharon Appelfeld)

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