No, chiamarla semplicemente "educazione stradale" sarebbe riduttivo. Quello che Alessio Tavecchio fa da vent'anni in giro per le scuole d'Italia  è una vera e propria educazione alla vita.

“ Provate a pensare: qual è la cosa più importante che abbiamo?” ha chiesto Alessio rivolgendosi ai ragazzi di terza A e terza B radunatisi oggi per l'occasione nell'aula del Centro Studi "G. Parini". "LA VITA" risponde finalmente qualcuno.
Da quando un incidente in moto, avvenuto quando aveva solo 23 anni, l'ha costretto su una sedia a rotelle, Alessio si dedica all’educazione e alla prevenzione stradale.Attraverso il racconto della sua storia ha spinto i ragazzi a riflettere sul valore della vita perché “se avessi saputo allora che la vita è il bene più prezioso, probabilmente sarei stato più prudente e oggi non sarei qui".
Alessio Tavecchio ha dimostrato, con degli esperimenti pratici sui tempi di reazione e sullo spazio di frenata, che una distrazione quando siamo alla guida di un’auto, una moto o una bicicletta, anche banalmente per un solo secondo, può mettere in pericolo la nostra vita o quella degli altri, come un pedone che sta attraversando la strada. E anche gli altri ne pagano le conseguenze: se  succede qualcosa a noi anche la vita di chi ci vuole bene, i nostri genitori, fratelli, amici, cambierà irrimediabilmente. Perché non siamo responsabili solo della nostra vita, ma anche di quella degli altri.

Ma basta così poco per proteggersi: un casco integrale rigorosamente allacciato - perchè slacciato può trasformarsi in un'arma ancora peggiore - e un paraschiena per proteggere la colonna vertebale dagli urti.

Alessio ha fatto di questo progetto una missione di vita "Se grazie ai miei interventi  sarò riuscito a salvare anche una sola vita, non sarà stato vano".

Cosa può aiutare una persona a superare un momento così terribile?
“AVERE UN SOGNO”.
Dopo l’incidente Alessio ha deciso di diventare un campione di nuoto partecipando ai Campionati Europei di nuoto per disabili di Perpignan (Francia) nel ’95, alle Paralimpiadi di Atlanta nel ’96 e vincendo numerose medaglie d’oro ai Campionati Nazionali Assoluti di Nuoto. E' anche stato ospite per un'intera edizione di "Domenica in" e come ospite fisso in un programma di Paolo Bonolis. Ha conosciuto e stretto amicizia con importanti campioni di automobilismo e motociclismo che hanno anche contribuito a scrivere la prefazione dei suoi libri come Michael Schumacher, Valentino Rossi, Loris Capirossi, ecc.
Ma Alessio ha anche un altro sogno: condividere il suo cammino con altre persone e offrire un punto di riferimento a chi, come lui, si è ritrovato ad affrontare un radicale cambiamento di vita, costruire a Monza un Centro Polifunzionale Integrato di Riabilitazione, Formazione e Sport che è quasi in dirittura di arrivo.
Si è anche sposato ed è diventato papà di due bambine. Il suo sogno più grande però, ritornare a camminare, non l'ha ancora realizzato. Allo stato attuale delle cose la medicina non è ancora in grado di riparare le lesioni al midollo spinale, come quella subita da Alessio. Però lui non dispera, continua a sognare che un giorno qualcuno possa trovare la cura per farlo ritornare a guardare il mondo da un'altra angolazione che non sia quella della sedia a rotelle.
"Sapete ragazzi qual è la parola magica per realizzare un sogno?" LA FATICA. Non si realizza nulla senza fare fatica. Solo facendo fatica potrete tirare fuori quel talento che avete già dentro di voi, ma che ancora non sapete di avere".

Alla fine delle due ore è scattato un grande applauso e qualche lacrimuccia di commozione è comparsa sui volti di alcuni ragazzi.

Segno che Alessio, la sua storia e la sua forza hanno toccato il cuore e quindi l'obiettivo è stato raggiunto. Una bella lezione di cittadinanza.

Questa è la SCUOLA che vogliamo.

Grazie, Alessio.

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