Un albero per il futuro
L’Istituto comprensivo di Bosisio Parini ha aderito al progetto di educazione alla legalità ambientale, “Un albero per il futuro”, promosso dal Ministero della Transizione Ecologica.
Il giorno 10 aprile, presso l’atrio della scuola secondaria Wojtyla, si è svolta un’importante celebrazione. Due rappresentanti del Raggruppamento Carabinieri Biodiversità - reparto di Mantova - hanno consegnato una talea del Ficus macrophillacolumnarismagnoleides che cresce nei pressi della casa del giudice Giovanni Falcone, assassinato nel 1992 dalla Mafia. Presenti alla cerimonia la nostra Dirigente Scolastica,
dott.ssa Orsola Moro, una rappresentanza dei Carabinieri forestali della sezione di Lecco e infine gli alunni delle classi 5 della Primaria Calvino con i loro insegnanti.
Gli alunni e le alunne della scuola Secondaria hanno illustrato, attraverso i loro interventi, varie figure di illustri vittime della Mafia.
I ragazzi di 3B, con la prof.ssa Biffi, dopo aver letto il libro “Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando, hanno presentato la figura di Giovanni Falcone, che non voleva essere considerato un eroe. Attraverso i loro racconti abbiamo conosciuto Giovanni bambino, poi ragazzo e infine adulto, uomo di legge. Hanno ripercorso brevemente il lavoro del pool antimafia, il maxiprocesso e la strage. Falcone ha smosso le coscienze. I ragazzi hanno evidenziato come la morte di Falcone non sia stata vana: nella nostra società è cresciuta e si è consolidata una coscienza antimafiosa. Un risorgimento civile che dobbiamo tener vivo. L’operato del giudice è andato ben oltre le aule di Tribunale: il suo nome riecheggia nelle scuole, nelle associazioni, nelle strade, nei progetti dedicati alla sua memoria. Ora, il suo nome è vivo più che mai
nella nostra Scuola.
I ragazzi di 3A, con la prof.ssa Dall’Olio, dopo aver letto il libro “Io, Emanuela – Agente della scorta di Paolo Borsellino” di Annalisa Strada, ci hanno raccontato la figura di Emanuela Loi, giovane agente di scorta di un giudice minacciato dalla mafia: Paolo Borsellino, grande amico di Falcone. Erano anni bui per la città, che era sede del maxiprocesso contro Cosa Nostra e bersaglio facile della mafia, che colpisce chi, la mafia, cercava di combatterla. Emanuela aveva paura, ma il suo senso del dovere, che da sempre la accompagnava, non la fece desistere. Fino alla fine.
I ragazzi di 2A, con il prof. Senis, ci hanno presentato la figura di Giuseppe “Peppino” Impastato. Con la sua voce unica e la sua audace determinazione, si erge come un simbolo di lotta e speranza. I ragazzi di 2A, guidati dalla prof.ssa Menichetti, hanno inoltre realizzato il lenzuolo in memoria dei caduti nella lotta alle mafie, per ricordare il loro sacrificio e per mostrare il nostro rifiuto all’odio e alla criminalità.
I ragazzi di 2B ci hanno presentato la figura di Livatino Rosario: una ricerca guidata e voluta dalla prof.ssa Iacona, concittadina del “giudice ragazzino”. Livatino aveva una profonda conoscenza del fenomeno mafioso e per la sua capacità di indagine all’interno della complessa macchina investigativa, gli vennero affidate delle inchieste delicate. E lui, infaticabile e determinato, firmava numerose sentenze, entrando così nel mirino di Cosa Nostra. Venne barbaramente trucidato. L’Italia scoprì l’eroismo di un giovane servitore dello Stato che aveva vissuto tutta la propria vita alla luce del Vangelo. A seguire i ragazzi ci hanno presentato un estratto dell'intervista a Piero Nava, testimone oculare dell’omicidio del giudice. Fu proprio Falcone a far intuire al testimone di giustizia che lui e la sua famiglia si trovavano in estremo pericolo, dovevano sparire dopo la preziosa testimonianza.
I ragazzi delle tre prime, guidati dalle docenti prof.ssa Mauri, Scrivano e Fornelli hanno letto, analizzato e approfondito alcuni aspetti della mafia e hanno riflettuto sul senso di cittadinanza, di giustizia e rispetto delle regole. Hanno realizzato un acrostico sulle parole ALBERO DI FALCONE. Hanno posizionato alcune foglie riportanti i nomi di alcune vittime della mafia su un albero simbolico, certi che fra qualche anno altri alunni e altre alunne potranno lasciare messaggi ai piedi dell’albero di Falcone.
Abbiamo ricevuto una talea, nata da una gemma dell’albero che cresce davanti alla casa del giudice: orgogliosamente ce ne prenderemo cura. L’albero che mette le foglie é il simbolo della speranza che tutti noi vogliamo coltivare per il futuro, guardando ai grandi esempi del passato. Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Peppino Impastato, Rosario Livatino ci hanno dimostrato che la legalità non è un concetto astratto, ma è uno stile di vita e noi dobbiamo di ciò farci carico ed esserne responsabili.
A conclusione della cerimonia, tutti insieme abbiamo cantato due canzoni dal contenuto molto significativo: “I cento passi” di Modena City Ramblers e “Pensa” di Fabrizio Moro. La prima canzone parla della storia di Peppino Impastato che aveva fondato nel 1977 Radio Aut, una radio libera e indipendente, e durante la sua trasmissione Onda Pazza, denunciava con coraggio mafiosi e corrotti del suo paese, facendo nomi e cognomi. Cento passi perché quella era la distanza che c’era tra la casa della famiglia di Impastato e quella del mafioso locale Gaetano Badalamenti detto “Tano Seduto”.
La seconda canzone è fra le più potenti mai scritte nel commentare i massacri e le stragi di mafia. Il cantante pone l’accento sull’idea che il cambiamento debba partire dalle singole persone e poi spargersi, “contaminando” gli altri, con l’esempio del coraggio. CIO’ CHE NOI VOGLIAMO FARE.
Ringraziamo tutti i nostri docenti, in particolare le prof.sse Quaranta e Origgi per aver gestito l’impianto audio.
Articolo scritto dai ragazzi di 3B- scuola Secondaria Wojtyla