Ultima modifica: 23 Gennaio 2019
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Una storia burrascosa e travagliata: la storia dello zero (e di noi?)

Nel mese di gennaio, in classe terza di Cesana, non è mancata la riflessione su due importanti eventi che ricordano la storia della nostra società: la giornata mondiale della Pace e la giornata della Memoria.

Le complesse vicende delle guerre che ancora si svolgono nel Mondo e della Shoah hanno reso familiari alcune parole anche tra i bambini: ingiustizia, disunione, arroganza, violenza, ignoranza, indifferenza, isolamento, paura...

Per evitare che questi momenti diventino solo riti episodici —quindi poco incisivi nella formazione degli alunni— è stato sviluppato un percorso interdisciplinare iniziato nel laboratorio di matematica.

Si è usata una metafora sul significato dei numeri, in particolare dello zero, per riflettere su alcuni comportamenti.

La storia attorno alla quale si è sviluppato il lavoro è tratta dal libro «Zero, storia di una cifra» di Robert Kaplan e narra come l’itinerario temporale e concettuale dello zero sia pieno di complicazioni: parte dal tempo dei Sumeri, viene dimenticato dai Greci, dai Romani e dagli Egizi, riappare nelle civiltà indiane e arabe, e giunge nell’occidente con Fibonacci.

Le peripezie dello Zero hanno destato l’interesse degli alunni a cui è stata proposta la visione del filmato di animazione stop-motion «ZERO» di Christopher Kezelos, vincitore di una serie di premi.
Zero è l’ultimo della scala sociale ma —attraverso la sua determinazione, il suo coraggio e l’amore— ha trasformato il «niente» in «infinito».
Il contenuto del filmato ha stimolato gli alunni alla riflessione sui rapporti sociali, iniziando a ragionare sulle dinamiche del gruppo-classe.

Un ulteriore spunto è stato dato dalle parole di una famosa canzone di Fabrizio De Andrè —il cui ventennale della sua morte è caduto l’11 gennaio— che narra «... dal diamante non nasce niente, dal letame nascono i fiori...».
Dall’attività di brainstorming gli alunni hanno prodotto riflessioni paragonando il letame a qualcosa che sembra valer poco (proprio come lo Zero) ma che fa nascere la vita.

A conclusione i bambini hanno messo a dimora dei bulbi, nella terra con letame, in attesa di veder nascere dei fiori.

I simboli esposti sul cancello della scuola hanno stimolato una famiglia ad invitare alla lettura del libro «Il bambino nascosto» di Isaac Millman che narra di un bambino costretto a rinunciare alla propria identità e a rispondere a un nome diverso per rimanere vivo. L’autore del libro, racconta con semplicità la propria storia, fatta di pericoli e nascondigli, di incontri con persone egoiste o generose, di momenti tragici e di piccole felicità.

Per completare il percorso i bambini hanno preparato un fascicolo con i lavori didattici ispirato allo Zero.

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